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Una Chiesa nuova per un Tempo nuovo. Covegno Assistenti nazionali, regionali, diocesani e parrocchiali di Azione Cattolica

Una testimonianza dell'Assistente Diocesano per il Settore Ragazzi

Dal 16 al 19 Gennaio si è svolto a Roma, presso la Domus Mariae, il Convegno Assistenti nazionali, regionali, diocesani e parrocchiali di Azione Cattolica. Ho vissuto questo appuntamento quale assistente ACR diocesano di Teano-Calvi.
Personalmente ho sperimentato, nell’incontrare gli assistenti provenienti da tutta Italia, un grande anelito alla fraternità, una dimensione molto aperta e differenziata, desiderosa di confrontarsi su temi importanti che riguardano l’Associazione ma anche il presente e il futuro della Chiesa nel suo insieme.
Tante le persone e i relatori intervenuti durante questi giorni e, inoltre, la gioia della presenza del nostro Presidente Nazionale Giuseppe Notarstefano e dell’Assistente Ecclesiastico Generale, S.E. Mons. Gualtiero Sigismondi.
La novità bellissima di questo evento è stata la possibilità di ascoltare la Parola di Dio, durante le lodi mattutine, spezzata, direi in maniera molto profonda e significativa, dai laici, segno di una Chiesa in cui l’annuncio non è chiamata di un gruppo ristretto di persone ma è il segno che contraddistingue ogni cristiano, ogni battezzato.
Al centro del dibattito due temi, che interrogano noi che svolgiamo il compito di assistenti di Azione Cattolica, l’Associazione stessa e la Chiesa in generale, soprattutto in un tempo come quello di oggi che è stato segnato profondamente dall’esperienza del Covid: l’umanità del presbitero/Assistente e la sua relazione all’interno del presbiterio e con i laici, nella comune chiamata all’annuncio del vangelo.
Si è evidenziata la forte necessità di riconoscere la profonda umanità del sacerdote, nelle sue potenzialità e risorse, ma anche nei suoi aspetti di fragilità e debolezza, cosa, quest’ultima, che non deve però derogare da una assunzione di responsabilità e da un impegno per una possibile integrazione, tendenzialmente armoniosa, di tutti gli aspetti della persona. Importante e necessario anche prendere consapevolezza che l’umanità dal sacerdote è sostenuta, supportata e trasfigurata dalla grazia del Signore.
Per quanto riguarda il secondo tema evidenziato, è risaltato, da parte di tutti, un bisogno di poter instaurare delle relazioni più profonde e significative con i propri confratelli, riconoscendo le reciproche difficoltà ed essendo consapevoli che non con tutti si può avere lo stesso tipo di rapporto. Quello che fa paura è la solitudine del sacerdote, molte volte alle prese da solo con tanti problemi burocratici, pastorali e personali.
Molto bella è stata la condivisione sul rapporto, nella Chiesa, tra presbiteri e laici, che riguardava più da vicino, anche se non esclusivamente, l’Associazione. Si è ritenuto opportuno ribadire, da parte di tutti, come sia indispensabile che i laici assumano consapevolezza di essere, con i sacerdoti – e sullo stesso piano, anche se con funzioni e caratterizzazioni diverse – e con tutto il popolo di Dio, annunciatori del Vangelo e si è riconosciuto come non sempre noi sacerdoti diamo giusto rilievo a questo aspetto, trovando le condizioni giuste perché i laici si sentato partecipi dell’annuncio.
Tra le paure con le quali alcuni accompagnavano quest’ultimo atteggiamento, c’è quella che gradualmente i sacerdoti possano venire a perdere la loro funzione specifica, cedendo campo ai laici anche in aspetti specifici del ministero sacerdotale, così come sta avvenendo, in maniera più diffusa, in altri paesi.
Molti sono stati coloro che riportavano esempi di esperienze e relazioni veramente edificanti e di vero e proprio sostegno/supporto reciproco con i laici. Ci si è interrogati poi, su come lo stile AC possa essere modello per una chiesa che vuole cambiare, dove l’annuncio viene dalla comunione e da una corresponsabilità, nell’annuncio, tra presbiteri e laici. L’Associazione, infatti, è costituita spesso da organi rappresentativi nei quali una decisione è frutto di confronto e condivisione e nei quali il sacerdote accompagna e sostiene, con la luce del Signore, tutto il gruppo, ma non ne è colui che è a capo, che prende decisioni e ha potere elettivo.
Il sogno, in definitiva, è quello di una chiesa aperta alle istanze di rinnovamento provenienti dal Concilio Vaticano II, che non hanno ancora trovato completa attuazione; una chiesa non del modello “un uomo solo al comando” e non tesa al riconoscimento e alla lotta per i propri confini; una chiesa in cui certamente ci siano differenziazioni e non confusioni di ruoli e di ministeri, ma dove al contempo risalti una condivisione di responsabilità e annuncio, condivisione di vita e di pastorale tra sacerdoti e comunità, che vada oltre i rigidi confini parrocchiali e le competizioni sterili tra opere e iniziative delle singole comunità.
Una Chiesa, ci sembra bello e auspicabile dire, modello AC.
Don Fabrizio Delgado, assistente diocesano ACR

 

 


TEI, Inaugurazione dell’anno giudiziario. Ieri a San Potito la cerimonia

All’evento presieduto dal Vescovo Giacomo Cirulli, S.E. Mons. Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru

Si è tenuto ieri a San Potito Sannitico l’inaugurazione del VII anno giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano delle Diocesi di Alife-Caiazzo, Sessa Aurunca, Teano-Calvi. A presiedere la cerimonia il vescovo moderatore, pastore che guida le tre Chiese dell’Alto Casertano, S.E. Mons. Giacomo Cirulli affiancato dal Vicario giudiziale Mons. Francesco Leone e dai membri del Tribunale. Presente S.E. Mons. Valentino Di Cerbo vescovo emerito di Alife-Caiazzo e primo moderatore del TEI.
È intervenuto in qualità di relatore S.E. Mons. Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, Segretario del Dicastero per i Testi Legislativi con la riflessione “Il nuovo Diritto penale canonico e i suoi riflessi pastorali su matrimonio e famiglia”: riflessione sulle modifiche al libro sesto del Codice di Diritto Canonico andato in vigore l’8 dicembre 2021. Sono tre le novità di fondo di tale modifica: norme penali meglio definite e meno discrezionalità da parte dei Pastori con la conseguenza di agire secondo azioni comuni; il valore della ‘riparazione’ come atto di attenzione e cura della Comunità; offrire ai Vescovi la possibilità di prevenire i reati e intervenire in tempo su un presunto reato.
Hanno partecipato all’evento i sacerdoti delle tre Diocesi e diversi avvocati tra cui alcuni esperti in Diritto canonico; il sindaco di San Potito Sannitico, Francesco Imperadore che ha messo a disposizione l’auditorium comunale ed altri sindaci; le autorità militari – Compagno Carabinieri Piedimonte Matese e Tenenza della Guardia di Finanza di Piedimonte Matese.

 


Tribunale interdiocesano, l’inaugurazione del VII anno. La mano tesa di Papa Francesco verso le coppie

Il 31 gennaio a San Potito Sannitico con la presenza di S.E. Mons. Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, Segretario del Dicastero per i Testi Legislativi

Il prossimo 31 gennaio si terrà l’inaugurazione dell’Anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico delle Diocesi di Alife-Caiazzo, Sessa Aurunca e Teano-Calvi di cui è moderatore il vescovo S.E. Mons. Giacomo Cirulli. Questo servizio alle tre comunità ecclesiali nasceva nel marzo 2016 all’indomani della pubblicazione del documento di Papa Francesco Mitis Iudex Dominus Jesu, che cambiava la dinamica dei  processi ecclesiastici in un’ottica di pastoralità, semplificazione e gratuità. Esso ha innanzitutto introdotto il Processo breve,  per le dichiarazioni di nullità del matrimonio, richieste da coppie che concordano  sulle motivazioni dell’istanza. Da allora, la celebrazione di ogni nuovo anno giudiziario è accompagnata da un approfondimento sui temi; il 31 gennaio l’appuntamento è a San Potito Sannitico, dove sarà infatti presente S.E. Mons. Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, Segretario del Dicastero per i Testi Legislativi che relazionerà su “Il nuovo diritto penale canonico e suoi riflessi pastorali su matrimonio e famiglia”.

In attesa, ci accompagna questa riflessione a firma di don Luigi De Rosa, parroco di San Cosma e Damiano in Vairano Scalo e Giudice del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano. 

La riforma del processo di nullità matrimoniale: la mano tesa di Papa Francesco alle coppie ferite

Luigi De Rosa – Il Santo Padre ha voglia e volontà di rinnovare la Chiesa. Davanti alle ferite sanguinanti delle coppie di sposi che si trovano in situazioni dolorose, Papa Francesco assicura la sollecitudine materna della Chiesa.

Incontrando i partecipanti a un corso promosso dal Tribunale della Rota Romana, il Papa ricorda che la tutela del matrimonio e la cura pastorale delle coppie ferite non possono essere trattate con un approccio meramente burocratico: “Bisogna invece entrare nel vissuto delle persone che soffrono e hanno sete di serenità e felicità…vorrei solo dire che queste cause scavano solchi profondi e amari nel cuore delle persone coinvolte, ferite sanguinanti, dinanzi alle quali la Chiesa non riuscirà mai a passare oltre girando la faccia dall’altra parte”.

La Chiesa, dice Francesco, è ferita da tutto questo: “La Chiesa, quando incontra queste realtà di coppie ferite, prima di tutto piange e soffre con loro; si avvicina con l’olio della consolazione, per lenire e curare. Essa vuole caricare su di sé il dolore che incontra. Per questo ogni causa ecclesiastica che affronta un matrimonio ferito, e dunque gli operatori, i giudici, le parti coinvolte, i testimoni, devono sempre prima di tutto affidarsi allo Spirito Santo. Guidati da Lui, possano ascoltare con giusto criterio, sappiano esaminare, discernere e giudicare”.

Da tali affermazioni è facile comprendere le motivazioni che hanno portato alla modifica del processo matrimoniale più breve davanti al Vescovo introdotto nella legislazione canonica latina, con la promulgazione del Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus. Il contenuto della Riforma è molto ampio in quanto tocca numerosi settori del processo matrimoniale canonico e non può essere circoscritto al processus brevior coram Episcopo, che pure ne costituisce la novità più rilevante.

L‘intenzione riformatrice del Sommo Pontefice Francesco è stata di stabilire: “disposizioni con le quali si favorisca non la nullità dei matrimoni, ma la celerità dei processi, non meno che una giusta semplicità, affinché, a motivo della ritardata definizione del giudizio, il cuore dei fedeli che attendono il chiarimento del proprio stato non sia lungamente oppresso dalle tenebre del dubbio”.  In tale direzione è evidente che il Vescovo stesso nella sua Chiesa, di cui è costituito pastore e capo, è giudice tra i fedeli a lui affidati. Si auspica pertanto che in ogni diocesi lo stesso Vescovo offra un segno della conversione delle strutture ecclesiastiche, e non lasci completamente delegata agli uffici della curia la funzione giudiziaria in materia matrimoniale. Oltre a rendere più agile il processo matrimoniale, si è disegnata una forma di processo più breve – in aggiunta a quello documentale come attualmente vigente –, da applicarsi nei casi in cui l’accusata nullità del matrimonio è sostenuta da argomenti particolarmente evidenti. In questi ultimi anni si sono deplorate le lungaggini, le inefficienze, gli elevati costi delle procedure di nullità. Inevitabile, dunque, che gli echi di queste lagnanze risuonassero al Sinodo dei Vescovi, convocato in III Assemblea Generale Straordinaria dal 5 al 19 ottobre del 2014, e incardinato su Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione.

Questa sollecitazione dei Vescovi per la ricerca di antidoti ai vizi lamentati è confluita nei Lineamenta approntati in vista del Sinodo successivo in Assemblea Ordinaria che, per volere del Papa, si sarebbe celebrato l’anno seguente. Con la promulgazione del Motu Proprio, del 15 agosto 2015, in risposta alle anzidette sollecitudini, è stata introdotta quindi la tanto auspicata riforma del processo canonico di nullità matrimoniale. Le problematiche connesse all’organizzazione e all’operato dei Tribunali ecclesiastici sono state superate proprio con la predetta riforma, basata sul principio della centralità del Vescovo, quale Giudice naturale dei fedeli; su quello della sinodalità del servizio della giustizia e sul principio della prossimità del Giudice e della celerità e semplicità del giudizio.

Il processus brevior rappresenta unanimemente la novità di maggiore rilievo introdotta con il Mitis Iudex Dominus Iesus.
E’ doveroso evidenziare che il processus brevior coram Episcopo costituisce un vero e proprio processo giurisdizionale, anche se contraddistinto da una istruttoria semplificata, e non di un procedimento amministrativo nel quale le garanzie del giusto processo vengono attenuate o ancor di più calpestate. È ancora il caso di ribadire come il carattere giurisdizionale del processo più breve sia espressione di una volontà precisa del Sommo Pontefice Francesco il quale afferma nel Proemio al Motu Proprio: «Ho fatto ciò, comunque, seguendo le orme dei miei predecessori, i quali hanno voluto che le cause di nullità del matrimonio vengano trattate per via giudiziale, e non amministrativa, non perché lo imponga la natura della cosa, ma piuttosto lo esiga la necessità di tutelare in massimo grado la verità del sacro vincolo; e ciò è esattamente assicurato dalle garanzie dell‘ordine giudiziario». Ed inoltre, prosegue Francesco: «non mi è tuttavia sfuggito quanto un giudizio abbreviato possa mettere a rischio il principio di indissolubilità del matrimonio; appunto per questo ho voluto che in tale processo sia costituito giudice lo stesso Vescovo; che in forza del suo ufficio pastorale è con Pietro il maggiore garante dell‘unità cattolica nella fede e nella disciplina».


Domenica della Parola di Dio. Ritorna l’appuntamento

I sussidi per celebrare l’evento nelle parrocchie a cura degli Uffici Liturgici delle Diocesi di Teano-Calvi e di Alife-Caiazzo

Domenica 22 gennaio ricorre la quarta Domenica della Parola di Dio, voluta da Papa Francesco proprio per celebrare la Parola del Signore che incarna la presenza viva e reale del Padre nei nostri giorni, segno concreto dello Spirito, custodito nelle Sacre Scritture. Il tema guida scelto quest’anno è un passo del Vangelo di Giovanni: “Vi annunziamo ciò che abbiamo veduto” (Gv 1, 1-3), mentre il logo si ispira all’episodio narrato nella Bibbia dei discepoli di Emmaus, immagine del cammino percorso in compagnia del Signore.

In tutte le parrocchie delle diocesi di Alife-Caiazzo e Teano-Calvi le celebrazioni di domenica saranno dedicate alla centralità del Verbo nella vita del singolo e della comunità, seguendo le linee guida messe a disposizione di rispettivi Uffici liturgici. L’evento di domenica potrà essere seguito in diretta sui principali canali televisivi (Rai1 e Tv2000 per quanto riguarda l’Italia) e trasmesso in diretta televisiva da Vatican Media su vaticannews.va.


Caritas. La festa con i fratelli ucraini ospitati presso la Casa “San Giuseppe Moscati” di Pignataro

Nella struttura che ospita ucraini in fuga dalla guerra, la memoria liturgica di Sant'Andrea si è trasformata in un momento di condivisione

Presso la Casa della Carità “San Giuseppe Moscati” di Pignataro Maggiore, lo scorso 13 dicembre, giorno dedicato alla memoria di S.Lucia secondo il nostro calendario liturgico e di Sant’Andrea secondo la tradizione ucraina, si è tenuta una cena a base di piatti tipici del popolo ucraino. Gli ospiti della casa, che si sono dedicati personalmente alla preparazione delle pietanze, hanno condiviso il pasto con il Vicario generale della Diocesi di Teano-Calvi, don Vittorio Monaco, il Direttore Caritas Diocesana, don Davide Volo, e la Responsabile della Casa, la sig.ra Ida Zano. L’incontro ha consentito agli ospiti, soprattutto mamme e bambini, di condividere le usanze tradizionali legate alla festività di Sant’Andrea, con canti e balli dei piccoli ospiti. Al termine dell’incontro il Vicario generale, visibilmente commosso, ha portato il saluto affettuoso di S.E. Mons. Giacomo Cirulli, ricordando ai presenti, anche a nome del Vescovo, che le Case di Pignataro Maggiore e di Mignano rappresentano un faro di luce, di carità e di speranza, e di impegno concreto e costante che la Caritas diocesana offre a favore dei poveri e dei bisognosi della Diocesi.
“Un impegno che rappresenta attuazione viva del Vangelo, e che fin dall’inizio – ha ricordato don Vittorio – ha caratterizzato l’apostolato del nostro Pastore, il Vescovo S.E. Mons. Giacomo Cirulli”.
Renzo Ambroselli

Don Vittorio Monaco (al centro), Don Davide Volo e Ida Zano


Il Vescovo Giacomo Cirulli Amministratore apostolico della Diocesi di Sessa Aurunca

In allegato il Decreto proveniente dal Dicastero per i Vescovi a firma del Card. Marc Ouellet

Papa Francesco in data odierna ha nominato il vescovo di Teano-Calvi e di Alife-Caiazzo Mons. Giacomo Cirulli, Amministratore Apostolico della Diocesi di Sessa Aurunca la cui sede episcopale si è resa vacante per il trasferimento del vescovo S. E. Mons. Orazio Francesco Piazza alla Diocesi di Viterbo.

A Mons. Cirulli e alla Chiesa di Sessa Aurunca guardi benevolmente Maria, lì venerata come Vergine del Popolo: non manchi a nessuno la vicinanza e la premura della Madre, modello di servizio e di vera testimonianza al Vangelo.


Giornata Mondiale della Gioventù. Aperte le iscrizioni

Conto alla rovescia partito: la Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà a Lisbona dal 1 al 6 agosto  è più vicina di quel che sembra; la macchina organizzativa internazionale che si muove ormai da tempo, ora condivide con le Diocesi di tutto il mondo la fase finale del lavoro prima di giungere all’evento con Papa Francesco.
Come anticipato domenica 20 novembre in occasione della festa dei giovani che le Diocesi di Teano-Calvi e Alife-Caiazzo hanno condiviso a Vairano Scalo in occasione della Giornata diocesana dei giovani, è arrivato il tempo di rispondere con un Sì, all’invito.
Tramite il form allegato, è infatti possibile accedere ad una scheda di iscrizioni per aderire alla GMG tramite il canale “diocesano”: sarà cura infatti delle Equipe diocesane provvedere ad ogni adempimento e a fornire agli iscritti le informazioni necessarie.

Una GMG non si improvvisa; si prepara; si desidera; si attende…
“L’esperienza più bella che un giovane possa fare”, come ha ricordato il Vescovo Mons. Giacomo Cirulli domenica 20 novembre, va curata; per questo motivo, la Pastorale giovanile delle due Diocesi annuncia già un imminente momento di festa e di formazione aperto a tutti (anche a chi non andrà a Lisbona) in una delle domeniche di Avvento.

Clicca qui per compilare la scheda di iscrizione.
(Seguiranno successive raccolte di dati e documenti)

 


A Vairano Scalo, la parrocchia dei Santi Cosma e Damiano ha ospitato circa duecento ragazzi "convocati" dalla Pastorale giovanile delle Diocesi di Teano-Calvi e di Alife-Caiazzo

Giornata Mondiale della Gioventù, i giovani si preparano all’evento con il Vescovo Giacomo

Prove di GMG per le Diocesi di Teano-Calvi e di Alife-Caiazzo; domenica 20 novembre poco più di duecento giovani hanno riempito la chiesa dei Santi Cosma e Damiano in Vairano Scalo rispondendo all’appuntamento della Pastorale giovanile (il servizio che nella Chiesa italiana, sia a livello nazionale, promuove, anima e coordina alcune attività formative rivolte ai più giovani) in occasione della Giornata diocesana della Gioventù che in questa data – solennità di Cristo Re – è stata celebrata in tutte le Diocesi d’Italia, appuntamento annuale che prepara alle periodiche Giornate Mondiali della Gioventù.

Si respira un clima diverso quest’anno perché la GMG è alle porte; è solo questione di pochi mesi prima dell’appuntamento dei giovani con Papa Francesco a Lisbona dal 1 al 6 agosto 2023. “Maria si alzò e andò in fretta”: c’è sempre un riferimento biblico a dare il ritmo all’evento mondiale e a quelli diocesani o nazionali che lo preparano: anche il prossimo evento e quelli collaterali di questi mesi puntano sulle bellissime immagini che descrivono un incontro speciale tra Dio e l’uomo. La festa, il grande raduno, la gioia, la condivisione della preghiera e della fatica, la bellezza di un incontro multilingue, trovano sintesi nel messaggio che questa volta vede al centro Maria, la ragazza che partì in fretta, con trepidazione, con l’urgenza di incontrare Elisabetta, avere conferma de miracolo che Dio compiva nell’anziana cugina, per cantare insieme la gioia di quanto sarebbe avvenuto. Una fretta finalizzata a dire “Sì, veramente Dio ha cura del suo popolo, della sua gente, dei suoi giovani; Dio sta…”.

 Cronaca di una lunga serata  A Vairano Scalo ad accogliere i presenti, l’Azione Cattolica parrocchiale con il parroco don Luigi De Rosa; ad animare alcuni momenti ci hanno pensato i giovani del Rinnovamento nello Spirito; presenti diversi rappresentanti di Azione Cattolica e dell’Agesci; poi giovanissimi accompagnati da educatori e parroci, seminaristi… Il coordinamento delle attività come da programma è stato curato dalle Equipe diocesane di Pastorale giovanile guidate da don Raffaele Farina e don Paolo Vitale. La vivacità dei primi minuti, la musica e il canto hanno lasciato poi spazio alla Liturgia della Parola presieduta dal Vescovo delle due Diocesi Mons. Giacomo Cirulli in cui si sono alternati ascolto della Sacra scrittura, testimonianze, adorazione e un pensiero consegnato dal Pastore ai presenti con il forte invito a partecipare alla “GMG, esperienza unica e insostituibile nella vita di un giovane; esperienza che cambia la vita…”, tanto da promettere anche il sostegno delle spese per quanti vorranno partecipare.

 Ti racconto la mia vita con il Maestro  Ma una GMG si prepara e per essa ci si prepara; la partecipazione ad un simile evento si fonda sul tempo di formazione che stimola le ragioni e i motivi per i quali si andrà nell’evento che cambia la vita. Cammino, incontro e gioia sono state le parole e le testimonianze offerte ai presenti: “La fretta di Maria è quella di una ragazza per nulla spaventata ma coraggiosa a mettersi in cammino perché sa dove deve andare, la muove una motivazione di fondo e la fiducia in Dio”, il racconto di Maria Grazia Nassa della parrocchia Santa Croce in Raviscanina. “Quella fretta la sento anche un po’ mia; mi spinge la certezza di non essere mai rimasta sola anche nei momenti più bui della mia vita (…); la partecipazione alla vita parrocchiale; la perseveranza e la preghiera anche quando pensavo di essere rimasta sola, mi hanno poi rivelato che il Signore non ha mai smesso di camminarmi accanto”; il breve racconto del cammino di Santiago diventa per lei metafora da consegare agli amici presenti: l’invito a camminare, a consumare i passi pur di dirigersi verso il Signore “anche se la risposta non è quella che ci attendiamo o come ce l’aspettiamo”.

“L’incontro tra Maria ed Elisabetta è un’esplosione di gioia (…) È lo Spirito Santo a guidare questo incontro, a confermare nelle due donne la totale disponibilità a Dio”, le parole di Suor Sabrina Cavazzana, suora salesia, vicedirettore dell’Ufficio catechistico di Alife-Caiazzo. “Darmi senza riserve; rispondere a Dio per fare felici i fratelli…era questa la sete che mi portavo dentro da giovane e che nella scelta religiosa che ho fatto è maturata sotto forma di totale donazione per il Vangelo”. Anche con lei la testimonianza assume toni personali e intimi: “Le strade che mi si aprivano davanti erano tante, come tante erano le paure; poi ho scelto di entrare nella famiglia delle Suore Salesie; infine sono rimasta. Dio ha un progetto su di noi; e mi piace pensare che a ciascuno spetta aderirvi per vivere davvero in pienezza. Esso è quando senti forte il desiderio di darti”. Poi una parola da educatrice, la saggezza che viene dall’adulto che guarda con premura i suoi fratelli minori crescere nella fede: “farsi guidare per discernere: farsi accompagnare; incontrarsi con la Parola di Dio…”.

“Cosa c’è dentro di me che mi impedisce di essere davvero felice?” La provocazione di don Raffaele Farina, voce della terza testimonianza racchiude l’invito a non perdersi dietro l’illusione che la felicità sia un traguardo lontano, da rincorrere chissà dove. “È nel cuore che bisogna fare chiarezza; dire a se stessi che Gesù Cristo ha la risposta; da lui viene la proposta, come quella di stasera in cui parlerà al cuore di ognuno”.

Ascolto, silenzio, preghiera, risposta: sono le dimensioni che in una sola serata hanno riunito Maria la Madre di Gesù, i tre testimoni, i tanti giovani e il Vescovo Giacomo presente con la sua testimonianza: storia di una vocazione che si realizza “quando un educatore fa in modo che i giovani incontrino il Signore nei loro luoghi di vita; quando raccontiamo a voi Gesù, secondo il vostro linguaggio (…); perché Gesù ti prende lì dove sei, anche dietro al pallone in oratorio, e ti fa vedere il mondo bello che vorrebbe realizzare insieme con te”.

Il raccoglimento davanti al Santissimo Sacramento si è trasformato in un attimo in “preghiere” personali scritte e consegnate al Signore; li hanno riposti in fretta, i ragazzi, quei bigliettini nel cesto posto ai piedi dell’altare; hanno l’urgenza (non superficiale) di stabilire con il Maestro un contatto; è forte il bisogno di affidare i propri sogni al Signore; lo credono tutti, indipendentemente dall’essere alla prima o all’ennesima esperienza di Pastorale giovanile, in un contesto familiare o meno come quello di sabato sera. Duecento giovani così sono un segnale “ad alta voce” rivolto alla Chiesa, alle parrocchie, agli educatori, ai catechisti: servono risposte “in fretta”, come quella di Maria.

La serata è proseguita secondo il linguaggio dei giovani: musica e festa; cibo e ancora condivisione.

Fonte Clarus


Salvatore Siano sarà presbitero, “Tutto è stato fatto da Dio”

Sabato 12 novembre alle 19.00 il Vescovo Mons. Giacomo Cirulli nella Cattedrale di Teano lo ordinerà presbitero

Salvatore Siano sarà sacerdote il prossimo 12 novembre.
Il vescovo Mons. Cirulli, infatti, lo ordinerà presbitero nella Cattedrale di Teano sabato prossimo nella Solenne Celebrazione (ore 19.00) cui prenderà parte l’intera comunità diocesana: in modo particolare la famiglia e gli amici del giovane diacono, i compagni di studi e i compagni di viaggio del suo cammino di fede; i sacerdoti della Diocesi di Teano-Calvi sua nuova famiglia presbiterale, e alcuni della Diocesi di Alife-Caiazzo. Dopo l’unione in persona episcopi delle due Diocesi, la presenza dei seminaristi di Teano-Calvi anche nelle celebrazioni di Alife-Caiazzo è diventata familiare e attesa, accolta con gratitudine e guardata con speranza per la testimonianza che così tanti giovani sanno dare in risposta alla chiamata del Vangelo. “Pregare per loro ed incoraggiarli a vivere nella gioia la loro missione” è l’invito che più volte il Vescovo ha rivolto ai fedeli in occasione di queste Celebrazioni.

Salvatore, 30 anni, originario di Vitulazio ma inserito stabilmente nella parrocchia di San Pietro apostolo in Pastorano. Il suo percorso di fede matura durante l’adolescenza, uno dei momenti più vivaci e difficili della vita: “Dopo i 16 anni – racconta – ho iniziato a riavvicinarmi alla Chiesa intraprendendo un cammino di fede che mi ha fatto scoprire la bellezza di essere figlio di Dio; poi negli anni, mentre vivevo da laico gli impegni parrocchiali e l’esperienza di formazione e di preghiera con il Rinnovamento nello Spirito, mi sono sentito chiamato a una speciale consacrazione”.

Una vocazione quindi che conquista Salvatore nell’età delle scelte più difficili, la giovinezza. Lui si affida alla preghiera, al sereno discernimento, allo studio. Dopo le scuole superiori consegue il Baccellerato presso l’Istituto di Scienze religiose di Capua, altro tempo questo che gli serve per pesare, pensare, meditare al meglio le scelte future. Poi è un cammino sempre più orientato e deciso; la sua formazione verso gli Ordini sacri del diaconato e del presbiterato prende forma concreta: gli anni di formazione in seminario corrispondono agli studi necessari, consegue infatti il Baccalaureato presso la Facoltà teologica dell’Italia Meridionale – Sez. San Luigi e poi intraprende il percorso per la Licenza in Spiritualità, ormai al termine; integra la sua formazione con un corso biennale di “relazione di aiuto in ambito ecclesiale” sempre presso la Facoltà.

L’attesa del giorno per lui più bello è nella preghiera, “con profonda gratitudine nei confronti del Signore”, spiega lui in un video in cui si presenta e condivide l’emozione di questa attesa. “Dio quando pensa qualcosa per noi, lo pensa sempre in grande”, così descrive la sua chiamata alla vita sacerdotale; Dio non sceglie per meritocrazia, ma si affida alla semplicità e alla disponibilità degli uomini. Chiede a tutti di accompagnarlo con la preghiera.

 

 


Noi giovani, Segni del Tempo

Anche l'AC di Teano-Calvi prende parte a "segni del Tempo", incontro nazionale del Settore Giovani di Azione Cattolica

di Umberto De Rosa 

Segni del Tempo”: questo il titolo dell’incontro nazionale dei responsabili del settore Giovani di Azione Cattolica che per tre giorni, dal 28 al 30 ottobre, ha visto più di 2000 giovani da tutta Italia riunirsi a Roma.

Nell’anno in cui l’icona biblica è “Andate dunque”, esortazione rivolta ai discepoli da Gesù, “Segni del tempo” è, più che evento, un processo di riflessione con cui l’AC pone l’attenzione alla vocazione laicale dei giovani, come impegno concreto a partire dalla Fede per la costruzione di una società nuova, tema tanto caro al nostro Pontefice.

Pontefice che per l’occasione ha incontrato in udienza privata i giovani responsabili di AC, ricordando loro il ruolo della parrocchia quale fonte “essenziale” ed “insostituibile” nella Chiesa ed esortando i giovani ad avere come motto “mi interessa” e non “me ne frego”, poiché “è più pericolosa di un cancro la malattia del menefreghismo”.

Le tre semplici parole, contenute nel titolo di questo appuntamento, ricordano che ciascun giovane è chiamato a lasciare il proprio Segno in questo tempo.

Dai giovani, infatti, c’è bisogno di nuove sfide per l’associazione: la cura per la città e la buona politica a servizio dei più fragili, l’accoglienza dei migranti e la sfida della legalità, la cultura popolare e lo sport, insieme alla scuola, l’università e il lavoro.

Dove il tempo in cui lasciare il segno è oggi, inserito tra la storia di ieri e i sogni per l’avvenire.

Così, dodici giovani della nostra Diocesi, hanno preso parte a questo grande appuntamento: Pio De Maio, don Marco Stolfi, Umberto De Rosa, Alessandro Verdolotti, Barbara Raucci, Pietro Feola, Antonia Caprio, Fabio Laurenza, Marta De Rosa, Carmela De Santis, Andrea Zanna e Michela Miuccio.

Tutti uniti da un unico obiettivo: chiedersi come trasformare gli incarichi associativi, diocesani e parrocchiali, in occasioni per prendersi cura e mettersi al servizio delle persone e dei luoghi.

Essere giovani che non guardano la vita “dal balcone”, ma che si pongono dentro di essa, protagonisti della rivoluzione, della carità e del servizio.