Dal I al X sec.

– Secoli I, II, II
Calvi al tempo di Cicerone era un municipium e questa sua migliore condizione rispetto a quando era stata colonia la mantenne anche nel I sec. d.C. Una città dunque importante, vi avrebbero nominato un episcopus: Casto.
Comincia così la storia di Calvi cristiana: ma il suo inizio è molto oscuro. Che cosa fu Calvi dopo la morte di Casto? Non si sa nulla. Se qualche comunità di cristiani s’era formata a Calvi, essa dovette vivere nell’ombra, per timore delle persecuzioni.
Intanto l’antica Cales comincia a decadere nel II e III secolo.
– Secolo IV
All’inizio del IV secolo, compare il nome di un vescovo caleno, il primo che si conosca dopo San Casto: si tratta di Calepodio che nel 307 edificò un altare in onore di San Casto. Significativa la data del suo episcopato: 307. Ormai si è conclusa la grande e feroce persecuzione di Diocleziano; i vescovi forse cominciano ad uscire allo scoperto. Nel 313 ci sarebbe stato l’editto di Costantino, che concedeva libertà di culto a tutti i cittadini dell’Impero.
In questo periodo si colloca la fondazione della Chiesa di Teano. Ma nel 350, ad opera di Costanzo, si ebbe una nuova persecuzione e i vescovi cattolici furono condannati all’esilio.
Di tale nuova situazione forse risente anche San Paride che venne appunto processato e condannato ad bestias, ma miracolosamente liberato.
All’incirca in questo periodo troviamo un Greciano a Calvi e Sant’Amasio a Teano. L’episcopato di quest’ultimo fu breve; gli successe Sant’Urbano cittadino teanese, che governò la diocesi fino alla fine del IV sec. Siamo al tempo del Concilio di Capua (Capua antica, cioè l’odierna Santa Maria C.V.), svoltosi nel 391, al quale intervenne, quale legato pontificio, Sant’Ambrogio (morto nel 397).
Nello stesso anno del concilio di Capua, Teodosio vietava il culto pagano.
– Secolo V
Il V secolo (400-500) registra due importanti concili ecumenici: quello di Efeso (431) che proclama Maria Vergine e Madre; condanna Nestorio che separava le due nature di Cristo quello di Calcedonia (451) che condanna l’eresia monofisita.
Agli inizi del V sec. troviamo sulla cattedra di San Casto un Liberio che muore il 30 gennaio del 405 e un Ruffo che muore il 4 dic. del 414. Per la cattedra di San Paride in questo periodo non risulta indicato alcun vescovo.
Nella seconda metà del secolo si verifica un avvenimento importante per la storia del mondo occidentale: nel 476, dopo oltre un millennio, crolla l’Impero romano d’occidente: questo determina un ulteriore accrescimento del potere temporale del romano pontefice, potere che aveva avuto inizio fin dal 330, quando Costantino aveva trasferito la capitale dell’impero da Roma a Bisanzio.
Intorno al 490 (488-492) è in un epigrafe testimoniata la presenza a Calvi del vescovo Giusto. Alla fine del secolo, nel 499, si celebra un sinodo romano sotto il Papa Simmaco: questo sinodo fu sottoscritto da Valerio, vescovo di Calvi e forse da Quinto, vescovo di Teano.
– Secolo VI
È da segnalare nella prima metà di questo secolo la fondazione dell’abbazia di Montecassino da parte di San Benedetto, che tanta importanza avrebbe avuto poi nella storia della Chiesa in generale e in quella di Teano in particolare, come si vedrà in appresso.
Verso la metà di questo secolo troviamo vescovo a Teano un Domnino, eletto dal clero e dal popolo; a lui nel 555 papa Pelagio I ordina di recarsi a Roma per ricevere la consacrazione.
L’anno seguente, 556, moriva a Calvi il Vescovo Claudio, proveniente da Roma: un mistico, un contemplativo, che visse nella solitudine del monte Massico; per la fama della sua vita santa, era stato eletto vescovo contro la sua stessa volontà.
È opportuno sottolineare a questo punto che Claudio di Calvi e Domnino di Teano testimoniano in modo concreto l’uso che vigeva in quel tempo circa l’elezione del Vescovo che avveniva ad opera del clero e del popolo; il vescovo poi si recava a Roma per essere consacrato dal papa.
A partire dal 568 intanto, con Alboino, comincia il dominio dei Longobardi In Italia.
La cattedrale di Calvi (San Casto vecchio) fu depredata; il vescovo di quel tempo era un certo Leone capuano, che si adoperò per ripararla.
A metà del VI sec. sì verifica un profondo mutamento nel campo politico-amministrativo: viene abolita l’antica divisione territoriale; al governo delle principali città vien posto un Duca.
Quasi tutte le città della Campania vengono a far parte del Ducato di Benevento; di questo Ducato fa parte la Terra di Lavoro, che si estende da Aquino a Nola. In questo contesto, Teano è un gastaldato: ad esso sono sottoposte numerose terre e città; tra i 15 gastaldati istituiti nella vastissima zona del versante tirrenico degli Appennini, quello di Tianus era tanto ampio da occupare il vasto territorio che si estende dal Volturno fino a Cassino.
La fuga dalle campagne e dalle città, a causa delle invasioni, aveva fatto cessare ogni attività agricola e commerciale nelle zone costiere, esposte anche agli attacchi dal mare; esse divennero inoltre preda degli impaludamenti; le vie Appia e Domiziana scomparvero negli acquitrini, le città vescovili del litorale furono soppresse. La sola Via Latina continuò a portare un po’ di ossigeno alla economia campana.
Teano dunque era un importante gastaldato, e Calvi? Probabilmente dipendeva da Teano o forse da Capua.
– Secoli VII-VIII
Nulla possiamo dire sul VII sec., di cui siamo completamente all’oscuro.
Poco è possibile dire anche di Calvi e Teano per quanto riguarda il secolo successivo, l’VIII (700-800), quello della lotta alle immagini sacre e della difesa di queste sostenuta nel Secondo concilio ecumenico di Nicea del 787; il secolo dell’inizio ufficiale del potere temporale dei papi ad opera della donazione di Pipino (754-756).
Per questo secolo si ha notizia di un vescovo a Teano nel 728, del quale però non si conosce neanche il nome: nella vita di San Villibaldo si riferisce che questo Santo fu ospite appunto in quell’anno del vescovo di Teano.
Quanto alla diocesi di Calvi sono citati tre vescovi nella seconda metà del secolo: un Rodulfo che partecipò al concilio romano del 761; un Silvio che restituì la pace ai Caleni, riconciliandoli col Papa il quale li sciolse dalla scomunica inflitta per aver essi prestato obbedienza all’antipapa; questo vescovo avrebbe governato per circa 30 anni, morendo nel 797.
Intanto nel 774 terminava il dominio dei Longobardi ad opera di Carlo Magno; il Ducato di Benevento si trasformava in Principato.
Nel 787 Carlo Magno impone ad Arechis di Benevento un trattato di cessione alla chiesa romana di alcune città ‘in partibus beneventanis’: le città donate furono Sora, Arce, Aquino, Arpino, Teano e Capua.
– Secolo IX
Alla morte di Silvio, troviamo vescovo di Calvi un Niceta, che avrebbe governato la diocesi fino all’814.
Nel gennaio di quest’anno muore Carlo Magno. Nell’820 i Saraceni d’Africa attaccano la Sicilia, facendo schiavi molti abitanti. Dalla Sicilia forse passarono nell’Italia meridionale intervenendo nelle contese tra Salerno e Taranto. Poi si diedero a saccheggiare le città della Campania. In questo periodo si collocano alcuni vescovi caleni: Passivo nel decennio 816-827 (caleno di nascita, morto a Sessa); gli succede Ferdinando nel decennio successivo fra l’829 e l’837. I saraceni intanto, avevano saccheggiato Calvi; allora il vescovo Ferdinando chiede il permesso al Papa di non risiedere in città; si ritira pertanto a Capua dove muore.
Il successore Valentino, non raggiunge la sede assegnatagli.
All’inizio del IX sec. si colloca anche la costruzione della cattedrale detta di San Terenziano, ad opera del vescovo Mauro.
Continuano intanto negli anni successivi le scorrerie dei Saraceni che nell’846 saccheggiano San Paolo fuori le mura a Roma.
La Contea di Capua, inclusa solo nominalmente nel Principato di Salerno, cerca di rendersi autonoma; essa è formata dai gastaldati di Capua, Teano e Sora.
Nell’843 i quattro figli di Landolfo si dividono la contea, tre ricevono i detti gastaldati e il quarto diventa Vescovo di Capua.
Intanto dopo la distruzione di Capua ad opera dei Saraceni, i capuani si sono ritirati a Triflisco dove hanno fondato Sicopoli; nell’856, incendiata Sicopoli, i Conti ricostruiscono Capua in pianura.
Nell’862 intanto, nuove scorrerie dei Sacaceni con estorsioni al monastero di San Vincenzo al Volturno, saccheggi nei territori di Capua e Teano ed altre estorsioni a Montecassino.
Nella seconda metà di questo secolo, l’episcopato teanese e caratterizzato da vescovi ‘benedettini’: uno di nome Lupo o Lupoaldo; un secondo di nome Ilario; Leone e l’abate Angelario; tra i primi due e gli altri due troviamo il vescovo Stefano 866-879.
Nell’879 muore Landulfo, vescovo-conte di Capua; la contea viene divisa fra i nipoti: Pandonulfo (figlio di Pandione) ottiene Teano e Casamirta; Landone junior (figlio di Landone senior) Suessa e Berelai; Landone (figlio di Landenulfo).
Vescovo di Capua è eletto Landulfo figlio di Landone junior, ma non viene consacrato. Altri parenti aspirano al vescovado; il patto vien rotto dopo circa due mesi. Intanto Atenulfo fratello di Landone intraprende la cosfruzione di un castello a Calvi.
Gli si oppone Pandonulfo; naturalmente il fratello Landone va in soccorso di Atenulfo. La costruzione è portata a termine. Pandonulfo toglie con la forza Suessa a Landone junior e Caiazzo all’alfro Landone. Pandenulfo muore nel novembre 882. In questo periodo a Teano siede sulla cattedra di S. Paride il monaco cassinese Leone (879-888), che interviene nelle vicende della chiesa capuana dove era stato eletto regolarmente il vescovo Landulfo; ma i capuani istigati da Pandolfo, espellono Pandulfo e ne eleggono un altro, Landonulfo (parente di Pandulfo) che era coniugato e ancora neofita.
Il papa Giovanni VIII, ingannato, è invitato a consacrare vescovo Landonulfo. Ma perché non fosse commessa una iniquità, furono inviati a Roma l’abate Bertario e Leone, vescovo di Teano; purtroppo prevalse l’iniquità; gravi furono le conseguenze per cui il papa fu costretto a recarsi a Capua per ben due volte. In relazione a questa vicenda il papa inviò a Leone due lettere.
Durante l’episcopato di Leone, nell’882 Montecassino fu distrutta dai saraceni, l’abate Angelario e i monaci scampati si rifugiarono a Teano. Dopo la morte di Leone, 888, fu eletto vescovo di Teano l’abate Angelario, ma il suo episcopato fu breve, forse durò solo un anno (889). Qualche anno dopo il monastero di San Benedetto in Teano dove si erano raccolti i benedettini scampati, andò a fuoco e la Regola autografa di s. Benedetto fu distrutta. I monaci dovettero allora adattarsi nell’episcopio e successivamente passarono a Capua.
Sul finire del IX secolo, il papa Stefano VI, del partito antitedesco, aveva convocato nell’896 un concilio contro Formoso, che aveva incoronato imperatore Arnolfo di Germania; pare che a questo concilio fosse stato costretto a partecipare anche il vescovo di Calvi, Giovanni.
Due anni dopo, nell’898, il nuovo papa, Giovanni IX, filotedesco, convocò un altro concilio contro Stefano VI, durante questo secondo concilio, il Vescovo di Calvi, interrogato, si giustificò per la forzata partecipazione al concilio precedente.
– Secolo X
Nel 906 i Saraceni fanno scorrerie a Teano, Caleno, fino a Capua. Finalmente nel 915 i Saraceni dopo tre mesi di assedio da parte dell’armata cristiana voluta dal papa, sono completamente distrutti.
Del 936 è il placito di Teano in cui dinanzi al giudice di Teano viene trattata una controversia per alcune terre in Tora di Vairano. Verso la metà del secolo assistiamo ad un avvenimento importante nella chiesa di Capua: nel 966 Capua diventa metropolitana; in quell’anno il papa Giovanni XIII viene a Capua; nella stessa occasione viene consacrato vescovo di Calvi, Andrea.
Questi chiede a Landone duca di Gaeta, la restituzione del corpo di San Casto che appunto a Gaeta era stato trasportato, ma ne ottiene solo un braccio, che vien riposto nella cattedrale calena. Quanto a Teano per caso si viene a sapere che nel 963 era vescovo un certo Galdo o Gildo, citato in un atto notarile; ancora uno strumento notarile ci fornisce il nome di un altro vescovo di Teano: Landone, a proposito della fondazione di Santa Maria de foris nel 987.