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COVID19, Fine emergenza sanitaria: la lettera della Presidenza della CEI

I vescovi italiani ricordano il tempo difficile in cui non sono mancati forti segni di carità e la preghiera; parole di gratitudine per quanti si sono spesi per il bene della società

Pubblichiamo il testo della Lettera inviata dalla Presidenza della CEI ai Vescovi circa l’annuncio dell’OMS sulla fine dell’emergenza sanitaria pubblica per il Covid-19.

 

Il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, condividendo l’indicazione dell’apposito Comitato tecnico, ha annunciato lo scorso 5 maggio che il Covid-19 non costituisce più un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale.

È stato un tempo difficile in cui le nostre comunità cristiane sono state prossime con la preghiera e le opere di carità a chi ha sofferto la malattia e le conseguenze della difficile fase economica. Esprimiamo sentimenti di gratitudine per il personale sanitario che con dedizione e mettendo a rischio la propria vita si è preso cura dei numerosi ricoverati a causa del Covid-19 e per tutti coloro che, in qualsiasi maniera, hanno dato il loro contributo per alleviare i disagi e affrontare la crisi: amministrazioni pubbliche, forze dell’ordine e di vigilanza, personale della scuola, lavoratori impegnati nelle attività primarie, operatori della comunicazione, imprenditori, operatori pastorali e quanti si sono prodigati per la sicurezza degli ambienti della Chiesa, e tanti semplici cittadini.
Vogliamo ricordare le tante persone che hanno perso la vita, tra cui centinaia di sacerdoti che hanno contratto l’infezione adoperandosi per il proprio ministero. Come ha suggerito Papa Francesco con insistenza, anche per loro dobbiamo con responsabilità e determinazione affrontare le tante sfide, nella consapevolezza che siamo sulla stessa fragile barca.
Accogliendo la comunicazione dell’OMS, segnaliamo che tutte le attività ecclesiali, liturgiche, pie devozioni, possono tornare a essere vissute nelle modalità consuete precedenti all’emergenza sanitaria.
Resta salva la possibilità per i Vescovi diocesani di disporre o suggerire alcune norme prudenziali come l’igienizzazione delle mani prima della distribuzione della Comunione o l’uso della mascherina per la visita ai malati fragili, anziani o immunodepressi.
Riteniamo sia altresì opportuno che cessino, o quantomeno siano diminuite nel loro numero, le celebrazioni trasmesse in streaming.
Le attività presso strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali seguiranno le norme proprie dei luoghi in cui si svolgono.

8 Maggio 2023

Fonte: Chiesa Cattolica Italiana


Nomine del 24.04.2023

Segretario particolare e Amministratore parrocchiale di

In data odierna S.E. Mons. Giacomo Cirulli ha provveduto a nominare:
don Giulio Ferrara Segretario particolare del Vescovo;
don Vittorio Marra, Amministratore parrocchiale delle Parrocchie di SS. Pietro e Paolo in Campagnola e di S. Giacomo Apostolo in Ameglio.

Don Vittorio Marra è incardinato nella Diocesi di Teano-Calvi a partire dal 17.04.2023

Sospesa ad experimentum la presenza di padrini e madrine

A partire da Pasqua il Vescovo Giacomo Cirulli sospende in via sperimentale la presenza di tali figure. L’obiettivo è restituire maggior valore a questo ruolo di responsabilità

In data 20.03.2023 il Vescovo S.E. Mons. Giacomo Cirulli promulgherà un Decreto per le Diocesi di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca, inerente la sospensione in via sperimentale e per tre anni della presenza di Padrini e delle Madrine nella Celebrazione del Battesimo, della Confermazione e nel Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti (RICA).

Le motivazioni pastorali
Nell’odierno contesto socio-ecclesiale l’ufficio dei Padrini e delle Madrine, per lo più, ha perso il suo valore originario. La missio legata a tali figure, infatti, consiste nell’accompagnare i catecumeni o i cresimandi nell’intero percorso di fede e non soltanto nel momento della celebrazione del Sacramento. Allo stato attuale, tuttavia, tale ruolo ha perso quasi del tutto il suo significato, riducendosi ad una sorta di adempimento formale o di consuetudine sociale. La sospensione in via sperimentale non ha lo scopo di sminuire il valore di tali figure, ma rappresenta un tentativo, da parte del Vescovo, di recuperarne l’identità e la missione, come meglio specificato nelle note applicative, che costituiscono parte integrante del Decreto. Gli Uffici liturgici e catechistici delle Diocesi di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca avranno il delicato compito di monitorare, durante tale triennio, l’andamento della nuova prassi e, contemporaneamente, di studiare possibili nuove forme di accompagnamento, che recuperino il vero senso ecclesiale dell’ufficio del Padrino e della Madrina.

Il Decreto
A decorrere dal 09.04.2023, Pasqua di Risurrezione, sarà esecutiva la nuova normativa riguardante la figura dei Padrini e delle Madrine. Nell’intero territorio delle tre Diocesi sorelle, in via sperimentale e per la durata di un triennio, i Sacramenti del Battesimo e della Confermazione saranno celebrati esclusivamente senza i Padrini o le Madrine, la cui presenza è indicata già dal Codice di Diritto Canonico come non obbligatoria (cann. 872 e 892).

Le note applicative
La Sospensione entrerà in vigore a partire dal 09.04.2023. Sarà possibile, in deroga a tale norma, ammettere la presenza dei Padrini e delle Madrine nella celebrazione dei Sacramenti fino al 28.05.2023, Solennità di Pentecoste, esclusivamente per le celebrazioni già fissate nel calendario delle singole comunità.
Ai Parroci è lasciata la facoltà di rilasciare o meno il nulla osta per la celebrazione dei Sacramenti del Battesimo e della Cresima al di fuori del territorio diocesano; il Vescovo raccomanda, tuttavia, che esso sia concesso per giusta motivazione, come previsto dal Codice, e per ragioni non connesse alla presenza dei Padrini e delle Madrine.
Sarà comunque possibile rilasciare attestazione di idoneità per coloro che dovranno svolgere l’ufficio di Padrino o Madrina in territorio extra-diocesano, ove tale ufficio non risulta sospeso e solo in presenza dei requisiti richiesti e in assenza di impedimenti.


Convocazione Straordinaria

Il Vescovo convoca il Clero e i fedeli della Diocesi

Dalla Diocesi di Sessa Aurunca:

“Convocazione straordinaria. Sua Ecc.za Mons. Giacomo Cirulli, Amministratore Apostolico della diocesi di Sessa Aurunca, convoca per domani giovedì 23 febbraio alle 11.45 presso la Cattedrale di Sessa Aurunca i presbiteri, diaconi, seminaristi, religiosi, religiose, direttori e collaboratori di Curia, fedeli laici per comunicazioni urgenti ed importanti.

Sono altresì convocati i Vicari Generali ed il clero, religiosi/e, laici delle diocesi di Teano-Calvi ed Alife-Caiazzo.
Il Vicario Generale (delegato ad omnia) don Roberto Guttoriello”


“Ecco a voi il momento favorevole”. Uno strumento per vivere insieme il Tempo di Quaresima

Il Sussidio della Conferenza Episcopale Italiana per la Quaresima 2023

Gli Uffici Liturgici delle Diocesi di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca desiderano condividere con il Clero e con i fedeli il Sussidio liturgico-pastorale messo a disposizione dall’Ufficio Liturgico della Conferenza Episcopale Italiana per il Tempo di Quaresima.

Di seguito la comunicazione con la quale hanno raggiunto le diverse Parrocchie:

Ai Presbiteri, ai Diaconi e ai Religiosi delle Diocesi di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca

Il sussidio liturgico-pastorale per la Quaresima e la Pasqua. “Ecco ora il momento favorevole”.

Si intitola “Ecco ora il momento favorevole” il Sussidio liturgico-pastorale per il tempo di Quaresima e di Pasqua elaborato dall’Ufficio Liturgico Nazionale, in collaborazione con il Settore Biblico dell’Ufficio Catechistico Nazionale, il Servizio Nazionale per la pastorale delle persone con disabilità e la Caritas Italiana.

Il testo fa propria l’immagine del “cantiere” scelta per accompagnare il secondo anno di Cammino sinodale declinandola nelle indicazioni liturgiche del “Cantiere della Celebrazione”, nei commenti alle letture bibliche del “Cantiere della Parola” e nelle meditazioni delle orazioni collette del “Cantiere della Preghiera”.

Il Sussidio “potrà risultare utile per i presbiteri, chiamati a crescere nell’arte del celebrare, e per le nostre assemblee, desiderose di vivere con verità la purificazione quaresimale e la gioia della Pasqua” (Mons. Giuseppe Baturi).

Il Sussidio, suddiviso in fascicoli, è disponibile per intero online al seguente indirizzo: https://www.chiesacattolica.it/il-sussidio-liturgico-pastorale-per-la-quaresima-e-la-pasqua-2/

Allegato a questa comunicazione troverete il Sussidio liturgico pastorale per il Mercoledì delle Ceneri. Ogni sabato, verranno trasmessi i fascicoli delle singole domeniche di Quaresima.

Inoltre, l’Ufficio Liturgico Nazionale e la Caritas Italiana, in vista della Colletta Nazionale per il terremoto in Turchia e Siria (26 marzo 2023) hanno preparato delle intenzioni da inserire nelle Preghiere dei Fedeli di Mercoledì delle Ceneri e le Domeniche di Quaresima. Anche questo sussidio è allegato alla comunicazione.

A tutti auguriamo un felice e fecondo cammino quaresimale.


Unità, preghiera e carità: la Quaresima delle Diocesi guidate dal vescovo Giacomo Cirulli

Lectio divina e statio quaresimali con la presenza del Pastore: il significato di due antiche ‘pratiche’ care alla tradizione ecclesiale e il valore che assumono nell’esperienza sinodale di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca. Il 26 marzo colletta straordinaria per le popolazioni terremotate di Turchia e Siria

Quaresima ‘in unità’
Una Quaresima nel segno della comunione e della collaborazione tra le Diocesi di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca guidate dall’unico pastore Mons. Giacomo Cirulli.
La programmazione delle celebrazioni e dei momenti pastorali resi noti venerdì scorso sui social diocesani e affissi nelle parrocchie risponde all’esigenza e al progetto di unità individuato da Papa Francesco per queste Chiese dell’alto casertano (in Italia cresce il numero di esperienze simili), le prime due unite in persona episcopi, la terza in amministrazione apostolica: il cammino sinodale della Chiesa universale e della Chiesa italiana, per le Comunità affidate a Mons. Cirulli si sta traducendo in occasioni che quotidianamente riuniscono storie, tradizioni, valori, esperienze pastorali, pratiche di religiosità popolare e fede matura nelle diverse occasioni di incontro tra il Vescovo, il clero, i laici.

Statio e Lectio divina: “Con la fede si entra nell’amicizia con il Signore”
Il lavoro congiunto degli Uffici liturgici con il supporto degli Uffici per le Comunicazioni, mette a disposizione dei fedeli momenti di preghiera, di ascolto, di conoscenza, di approfondimento teologico e culturale: statio e lectio divina sono le formule individuate per l’itinerario quaresimale che vedrà il Vescovo presente in tutti e tre i territori diocesani nelle Cattedrali, chiese parrocchiali e rettorie che ospiteranno i momenti pastorali. Entrambe sono esperienze che riconducono alla Chiesa più antica unendo la tradizione che ha guidato per secoli il cammino dei credenti all’attualità che si traduce nella scelta di nuovi linguaggi e si fa interprete dei segni dei tempi in cui si inscrive la storia dell’umanità oggi.

La statio, che prevede l’itinerario da una chiesa all’altra del medesimo comune, vedrà coinvolta la vita pubblica del luogo che il Pastore percorrerà pregando insieme ai fedeli; al raduno dei fedeli segue l’inizio della liturgia, poi la processione accompagnata delle litanie dei Santi (è la Chiesa universale che accompagna i fedeli nel cammino quaresimale) e l’arrivo nella chiesa dove sarà celebrata la messa. Il valore della condivisione e della partecipazione collettiva sarà curato anche sotto l’aspetto puramente mediatico in occasione di ogni Lectio divina dedicata ogni volta alla Passione di Cristo secondo i quattro Vangeli e l’epistolario paolino: oltre a trasmettere in diretta facebook la meditazione dei relatori, l’appuntamento sarà preceduto da una presentazione storico-artistica del luogo/chiesa ove si terrà la catechesi.

Un tempo di carità: in aiuto alle popolazioni terremotate di Turchia e Siria
Si tratta di un percorso che provoca la fede, sollecita “un cammino di più intenso allenamento spirituale” (Benedetto XVI, Messaggio per la quaresima 2009) e pertanto chiede come risposta a questa intimità con Dio un’autentica esperienza di carità: perché “Con la fede si entra nell’amicizia con il Signore; con la carità si vive e si coltiva questa amicizia. La fede ci fa accogliere il comandamento del Signore e Maestro; la carità ci dona la beatitudine di metterlo in pratica (Benedetto XVI, Messaggio per la quaresima 2013, n.2). L’impegno che il Vescovo Mons. Giacomo Cirulli chiede ai fedeli delle tre Diocesi si pone in linea con quello Chiesa Cattolica Italiana che ha previsto per il prossimo 26 marzo una colletta straordinaria in tutte le chiese da destinare alle popolazioni di Turchia e Siria colpite dal terremoto lo scorso 6 febbraio (la quaresima del 2022 ha visto le Diocesi impegnate nel sostegno economico della popolazione ucraina). È possibile già dall’inizio della Quaresima raccogliere le offerte che successivamente le parrocchie invieranno alle Caritas diocesane che destineranno le risorse per le emergenze in corso secondo le indicazioni della Conferenza Episcopale Italiana.

Per approfondire sul significato della Lectio divina e sulle Stationes quaresimali, clicca:
Lectio divina: cos’è? a cosa serve?
Le “stationes” quaresimali nella tradizione della Chiesa

“Bullismo e Cyberbullismo. Stop!”

Iniziativa dell'istituto scolastico di Pignataro Maggiore in sinergia con le realtà ecclesiali locali

Mercoledì 8 Febbraio, nell’aula magna del plesso “L. Martone” sede centrale dell’Istituto comprensivo “Pignataro Maggiore-Camigliano”, che riunisce i plessi scolastici dei comuni di Pignataro, Pastorano e Camigliano, si è tenuto un momento di confronto e approfondimento sul tema del Cyberbullismo.

Gli alunni delle classi III dei tre plessi, guidati dalle referenti per il bullismo e il cyberbullismo, prof.ssa Annamaria Munno e prof.ssa Antonietta Cosentino, dal corpo docente e dalla Dirigente scolastica, dott.ssa Caterina Di Tella, hanno accolto l’intervento di don Maurizio Patriciello, del Clero di Aversa, sacerdote impegnato in prima linea nel sociale, in special modo nella lotta alla camorra e nella denuncia dei crimini della “terra dei fuochi”.

“Il mondo non ha bisogno di maestri, ma di testimoni” ha ribadito Patriciello citando la massima di Paolo VI; da testimone – e non da maestro – ha intrapreso un dialogo che ha visto i ragazzi coinvolti in prima persona, che ha saputo toccare i giovani cuori dei presenti, che ha rintracciato l’esperienza quotidiana di ciascuno, con l’intento di sottolineare la necessità di relazionarsi agli altri a partire dall’amore e non dall’egoismo, dal perdono e non dalla vendetta.

Presenti all’evento i delegati all’istruzione delle Amministrazioni comunali dei tre comuni su cui insiste l’istituto scolastico e alcuni parroci del territorio, don Fabrizio Delgado, p. Manlio Cirimele e don Massimiliano Domenico Piciocchi (presente anche in qualità di Direttore UCS).

Un momento di scambio, di arricchimento, di formazione delle nuove generazioni. Un segno di ripresa dopo lo stop forzato dovuto al Covid, un segno di speranza verso un domani migliore.


Una Chiesa nuova per un Tempo nuovo. Covegno Assistenti nazionali, regionali, diocesani e parrocchiali di Azione Cattolica

Una testimonianza dell'Assistente Diocesano per il Settore Ragazzi

Dal 16 al 19 Gennaio si è svolto a Roma, presso la Domus Mariae, il Convegno Assistenti nazionali, regionali, diocesani e parrocchiali di Azione Cattolica. Ho vissuto questo appuntamento quale assistente ACR diocesano di Teano-Calvi.
Personalmente ho sperimentato, nell’incontrare gli assistenti provenienti da tutta Italia, un grande anelito alla fraternità, una dimensione molto aperta e differenziata, desiderosa di confrontarsi su temi importanti che riguardano l’Associazione ma anche il presente e il futuro della Chiesa nel suo insieme.
Tante le persone e i relatori intervenuti durante questi giorni e, inoltre, la gioia della presenza del nostro Presidente Nazionale Giuseppe Notarstefano e dell’Assistente Ecclesiastico Generale, S.E. Mons. Gualtiero Sigismondi.
La novità bellissima di questo evento è stata la possibilità di ascoltare la Parola di Dio, durante le lodi mattutine, spezzata, direi in maniera molto profonda e significativa, dai laici, segno di una Chiesa in cui l’annuncio non è chiamata di un gruppo ristretto di persone ma è il segno che contraddistingue ogni cristiano, ogni battezzato.
Al centro del dibattito due temi, che interrogano noi che svolgiamo il compito di assistenti di Azione Cattolica, l’Associazione stessa e la Chiesa in generale, soprattutto in un tempo come quello di oggi che è stato segnato profondamente dall’esperienza del Covid: l’umanità del presbitero/Assistente e la sua relazione all’interno del presbiterio e con i laici, nella comune chiamata all’annuncio del vangelo.
Si è evidenziata la forte necessità di riconoscere la profonda umanità del sacerdote, nelle sue potenzialità e risorse, ma anche nei suoi aspetti di fragilità e debolezza, cosa, quest’ultima, che non deve però derogare da una assunzione di responsabilità e da un impegno per una possibile integrazione, tendenzialmente armoniosa, di tutti gli aspetti della persona. Importante e necessario anche prendere consapevolezza che l’umanità dal sacerdote è sostenuta, supportata e trasfigurata dalla grazia del Signore.
Per quanto riguarda il secondo tema evidenziato, è risaltato, da parte di tutti, un bisogno di poter instaurare delle relazioni più profonde e significative con i propri confratelli, riconoscendo le reciproche difficoltà ed essendo consapevoli che non con tutti si può avere lo stesso tipo di rapporto. Quello che fa paura è la solitudine del sacerdote, molte volte alle prese da solo con tanti problemi burocratici, pastorali e personali.
Molto bella è stata la condivisione sul rapporto, nella Chiesa, tra presbiteri e laici, che riguardava più da vicino, anche se non esclusivamente, l’Associazione. Si è ritenuto opportuno ribadire, da parte di tutti, come sia indispensabile che i laici assumano consapevolezza di essere, con i sacerdoti – e sullo stesso piano, anche se con funzioni e caratterizzazioni diverse – e con tutto il popolo di Dio, annunciatori del Vangelo e si è riconosciuto come non sempre noi sacerdoti diamo giusto rilievo a questo aspetto, trovando le condizioni giuste perché i laici si sentato partecipi dell’annuncio.
Tra le paure con le quali alcuni accompagnavano quest’ultimo atteggiamento, c’è quella che gradualmente i sacerdoti possano venire a perdere la loro funzione specifica, cedendo campo ai laici anche in aspetti specifici del ministero sacerdotale, così come sta avvenendo, in maniera più diffusa, in altri paesi.
Molti sono stati coloro che riportavano esempi di esperienze e relazioni veramente edificanti e di vero e proprio sostegno/supporto reciproco con i laici. Ci si è interrogati poi, su come lo stile AC possa essere modello per una chiesa che vuole cambiare, dove l’annuncio viene dalla comunione e da una corresponsabilità, nell’annuncio, tra presbiteri e laici. L’Associazione, infatti, è costituita spesso da organi rappresentativi nei quali una decisione è frutto di confronto e condivisione e nei quali il sacerdote accompagna e sostiene, con la luce del Signore, tutto il gruppo, ma non ne è colui che è a capo, che prende decisioni e ha potere elettivo.
Il sogno, in definitiva, è quello di una chiesa aperta alle istanze di rinnovamento provenienti dal Concilio Vaticano II, che non hanno ancora trovato completa attuazione; una chiesa non del modello “un uomo solo al comando” e non tesa al riconoscimento e alla lotta per i propri confini; una chiesa in cui certamente ci siano differenziazioni e non confusioni di ruoli e di ministeri, ma dove al contempo risalti una condivisione di responsabilità e annuncio, condivisione di vita e di pastorale tra sacerdoti e comunità, che vada oltre i rigidi confini parrocchiali e le competizioni sterili tra opere e iniziative delle singole comunità.
Una Chiesa, ci sembra bello e auspicabile dire, modello AC.
Don Fabrizio Delgado, assistente diocesano ACR

 

 


TEI, Inaugurazione dell’anno giudiziario. Ieri a San Potito la cerimonia

All’evento presieduto dal Vescovo Giacomo Cirulli, S.E. Mons. Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru

Si è tenuto ieri a San Potito Sannitico l’inaugurazione del VII anno giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano delle Diocesi di Alife-Caiazzo, Sessa Aurunca, Teano-Calvi. A presiedere la cerimonia il vescovo moderatore, pastore che guida le tre Chiese dell’Alto Casertano, S.E. Mons. Giacomo Cirulli affiancato dal Vicario giudiziale Mons. Francesco Leone e dai membri del Tribunale. Presente S.E. Mons. Valentino Di Cerbo vescovo emerito di Alife-Caiazzo e primo moderatore del TEI.
È intervenuto in qualità di relatore S.E. Mons. Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, Segretario del Dicastero per i Testi Legislativi con la riflessione “Il nuovo Diritto penale canonico e i suoi riflessi pastorali su matrimonio e famiglia”: riflessione sulle modifiche al libro sesto del Codice di Diritto Canonico andato in vigore l’8 dicembre 2021. Sono tre le novità di fondo di tale modifica: norme penali meglio definite e meno discrezionalità da parte dei Pastori con la conseguenza di agire secondo azioni comuni; il valore della ‘riparazione’ come atto di attenzione e cura della Comunità; offrire ai Vescovi la possibilità di prevenire i reati e intervenire in tempo su un presunto reato.
Hanno partecipato all’evento i sacerdoti delle tre Diocesi e diversi avvocati tra cui alcuni esperti in Diritto canonico; il sindaco di San Potito Sannitico, Francesco Imperadore che ha messo a disposizione l’auditorium comunale ed altri sindaci; le autorità militari – Compagno Carabinieri Piedimonte Matese e Tenenza della Guardia di Finanza di Piedimonte Matese.

 


Tribunale interdiocesano, l’inaugurazione del VII anno. La mano tesa di Papa Francesco verso le coppie

Il 31 gennaio a San Potito Sannitico con la presenza di S.E. Mons. Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, Segretario del Dicastero per i Testi Legislativi

Il prossimo 31 gennaio si terrà l’inaugurazione dell’Anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico delle Diocesi di Alife-Caiazzo, Sessa Aurunca e Teano-Calvi di cui è moderatore il vescovo S.E. Mons. Giacomo Cirulli. Questo servizio alle tre comunità ecclesiali nasceva nel marzo 2016 all’indomani della pubblicazione del documento di Papa Francesco Mitis Iudex Dominus Jesu, che cambiava la dinamica dei  processi ecclesiastici in un’ottica di pastoralità, semplificazione e gratuità. Esso ha innanzitutto introdotto il Processo breve,  per le dichiarazioni di nullità del matrimonio, richieste da coppie che concordano  sulle motivazioni dell’istanza. Da allora, la celebrazione di ogni nuovo anno giudiziario è accompagnata da un approfondimento sui temi; il 31 gennaio l’appuntamento è a San Potito Sannitico, dove sarà infatti presente S.E. Mons. Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, Segretario del Dicastero per i Testi Legislativi che relazionerà su “Il nuovo diritto penale canonico e suoi riflessi pastorali su matrimonio e famiglia”.

In attesa, ci accompagna questa riflessione a firma di don Luigi De Rosa, parroco di San Cosma e Damiano in Vairano Scalo e Giudice del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano. 

La riforma del processo di nullità matrimoniale: la mano tesa di Papa Francesco alle coppie ferite

Luigi De Rosa – Il Santo Padre ha voglia e volontà di rinnovare la Chiesa. Davanti alle ferite sanguinanti delle coppie di sposi che si trovano in situazioni dolorose, Papa Francesco assicura la sollecitudine materna della Chiesa.

Incontrando i partecipanti a un corso promosso dal Tribunale della Rota Romana, il Papa ricorda che la tutela del matrimonio e la cura pastorale delle coppie ferite non possono essere trattate con un approccio meramente burocratico: “Bisogna invece entrare nel vissuto delle persone che soffrono e hanno sete di serenità e felicità…vorrei solo dire che queste cause scavano solchi profondi e amari nel cuore delle persone coinvolte, ferite sanguinanti, dinanzi alle quali la Chiesa non riuscirà mai a passare oltre girando la faccia dall’altra parte”.

La Chiesa, dice Francesco, è ferita da tutto questo: “La Chiesa, quando incontra queste realtà di coppie ferite, prima di tutto piange e soffre con loro; si avvicina con l’olio della consolazione, per lenire e curare. Essa vuole caricare su di sé il dolore che incontra. Per questo ogni causa ecclesiastica che affronta un matrimonio ferito, e dunque gli operatori, i giudici, le parti coinvolte, i testimoni, devono sempre prima di tutto affidarsi allo Spirito Santo. Guidati da Lui, possano ascoltare con giusto criterio, sappiano esaminare, discernere e giudicare”.

Da tali affermazioni è facile comprendere le motivazioni che hanno portato alla modifica del processo matrimoniale più breve davanti al Vescovo introdotto nella legislazione canonica latina, con la promulgazione del Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus. Il contenuto della Riforma è molto ampio in quanto tocca numerosi settori del processo matrimoniale canonico e non può essere circoscritto al processus brevior coram Episcopo, che pure ne costituisce la novità più rilevante.

L‘intenzione riformatrice del Sommo Pontefice Francesco è stata di stabilire: “disposizioni con le quali si favorisca non la nullità dei matrimoni, ma la celerità dei processi, non meno che una giusta semplicità, affinché, a motivo della ritardata definizione del giudizio, il cuore dei fedeli che attendono il chiarimento del proprio stato non sia lungamente oppresso dalle tenebre del dubbio”.  In tale direzione è evidente che il Vescovo stesso nella sua Chiesa, di cui è costituito pastore e capo, è giudice tra i fedeli a lui affidati. Si auspica pertanto che in ogni diocesi lo stesso Vescovo offra un segno della conversione delle strutture ecclesiastiche, e non lasci completamente delegata agli uffici della curia la funzione giudiziaria in materia matrimoniale. Oltre a rendere più agile il processo matrimoniale, si è disegnata una forma di processo più breve – in aggiunta a quello documentale come attualmente vigente –, da applicarsi nei casi in cui l’accusata nullità del matrimonio è sostenuta da argomenti particolarmente evidenti. In questi ultimi anni si sono deplorate le lungaggini, le inefficienze, gli elevati costi delle procedure di nullità. Inevitabile, dunque, che gli echi di queste lagnanze risuonassero al Sinodo dei Vescovi, convocato in III Assemblea Generale Straordinaria dal 5 al 19 ottobre del 2014, e incardinato su Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione.

Questa sollecitazione dei Vescovi per la ricerca di antidoti ai vizi lamentati è confluita nei Lineamenta approntati in vista del Sinodo successivo in Assemblea Ordinaria che, per volere del Papa, si sarebbe celebrato l’anno seguente. Con la promulgazione del Motu Proprio, del 15 agosto 2015, in risposta alle anzidette sollecitudini, è stata introdotta quindi la tanto auspicata riforma del processo canonico di nullità matrimoniale. Le problematiche connesse all’organizzazione e all’operato dei Tribunali ecclesiastici sono state superate proprio con la predetta riforma, basata sul principio della centralità del Vescovo, quale Giudice naturale dei fedeli; su quello della sinodalità del servizio della giustizia e sul principio della prossimità del Giudice e della celerità e semplicità del giudizio.

Il processus brevior rappresenta unanimemente la novità di maggiore rilievo introdotta con il Mitis Iudex Dominus Iesus.
E’ doveroso evidenziare che il processus brevior coram Episcopo costituisce un vero e proprio processo giurisdizionale, anche se contraddistinto da una istruttoria semplificata, e non di un procedimento amministrativo nel quale le garanzie del giusto processo vengono attenuate o ancor di più calpestate. È ancora il caso di ribadire come il carattere giurisdizionale del processo più breve sia espressione di una volontà precisa del Sommo Pontefice Francesco il quale afferma nel Proemio al Motu Proprio: «Ho fatto ciò, comunque, seguendo le orme dei miei predecessori, i quali hanno voluto che le cause di nullità del matrimonio vengano trattate per via giudiziale, e non amministrativa, non perché lo imponga la natura della cosa, ma piuttosto lo esiga la necessità di tutelare in massimo grado la verità del sacro vincolo; e ciò è esattamente assicurato dalle garanzie dell‘ordine giudiziario». Ed inoltre, prosegue Francesco: «non mi è tuttavia sfuggito quanto un giudizio abbreviato possa mettere a rischio il principio di indissolubilità del matrimonio; appunto per questo ho voluto che in tale processo sia costituito giudice lo stesso Vescovo; che in forza del suo ufficio pastorale è con Pietro il maggiore garante dell‘unità cattolica nella fede e nella disciplina».