Noi giovani, Segni del Tempo

Anche l'AC di Teano-Calvi prende parte a "segni del Tempo", incontro nazionale del Settore Giovani di Azione Cattolica

di Umberto De Rosa 

Segni del Tempo”: questo il titolo dell’incontro nazionale dei responsabili del settore Giovani di Azione Cattolica che per tre giorni, dal 28 al 30 ottobre, ha visto più di 2000 giovani da tutta Italia riunirsi a Roma.

Nell’anno in cui l’icona biblica è “Andate dunque”, esortazione rivolta ai discepoli da Gesù, “Segni del tempo” è, più che evento, un processo di riflessione con cui l’AC pone l’attenzione alla vocazione laicale dei giovani, come impegno concreto a partire dalla Fede per la costruzione di una società nuova, tema tanto caro al nostro Pontefice.

Pontefice che per l’occasione ha incontrato in udienza privata i giovani responsabili di AC, ricordando loro il ruolo della parrocchia quale fonte “essenziale” ed “insostituibile” nella Chiesa ed esortando i giovani ad avere come motto “mi interessa” e non “me ne frego”, poiché “è più pericolosa di un cancro la malattia del menefreghismo”.

Le tre semplici parole, contenute nel titolo di questo appuntamento, ricordano che ciascun giovane è chiamato a lasciare il proprio Segno in questo tempo.

Dai giovani, infatti, c’è bisogno di nuove sfide per l’associazione: la cura per la città e la buona politica a servizio dei più fragili, l’accoglienza dei migranti e la sfida della legalità, la cultura popolare e lo sport, insieme alla scuola, l’università e il lavoro.

Dove il tempo in cui lasciare il segno è oggi, inserito tra la storia di ieri e i sogni per l’avvenire.

Così, dodici giovani della nostra Diocesi, hanno preso parte a questo grande appuntamento: Pio De Maio, don Marco Stolfi, Umberto De Rosa, Alessandro Verdolotti, Barbara Raucci, Pietro Feola, Antonia Caprio, Fabio Laurenza, Marta De Rosa, Carmela De Santis, Andrea Zanna e Michela Miuccio.

Tutti uniti da un unico obiettivo: chiedersi come trasformare gli incarichi associativi, diocesani e parrocchiali, in occasioni per prendersi cura e mettersi al servizio delle persone e dei luoghi.

Essere giovani che non guardano la vita “dal balcone”, ma che si pongono dentro di essa, protagonisti della rivoluzione, della carità e del servizio.